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Immagine del redattoreTiziana Di Molfetta

Intervista a cura di Gabriele Beltrami, A Tutto Volume Libri

Di seguito viene riportata integralmente la curata e preziosa intervista a cura di Gabriele Beltrami, fondatore del blog culturale A tutto Volume Libri. L'articolo è disponibile nella versione originale a questo link web.


Come è nata l’idea di scrivere il tuo libro Una vita in breve. Versi surreali e non?

È nata dal bisogno che ho sentito di fermarmi e riflettere sulla mia vita, trarne un bilancio, in un momento in cui non mi era più chiaro che direzione stesse prendendo, se tutto stesse andando avanti – per così dire – per inerzia oppure secondo la natura del mio vero essere. A volte bisogna prendere le distanze da quel “me stesso” riposto nella casella che la società e l’ambiente in cui viviamo finisce col piazzarci. Bisogna osservare il tutto da fuori e, allo stesso tempo, scrutare se stessi nel profondo. E chiedersi “perché?”. Perché su tutto. Ed è ciò che ho sentito di fare io. Di qui è nata l’idea di raccogliere i miei pensieri, stati d’animo e sensazioni in un unico “diario”. Ne è venuta fuori una silloge che, proprio attraverso quegli stati d’animo, racconta una vita.

Mi descriveresti il tuo libro con tre aggettivi?

Eclettico. Intenso. Autentico.


Com’è nata la tua passione per la poesia?

È nata spontaneamente, da bambina. Era la mia maniera più naturale di esprimermi quando a scuola eravamo chiamati a svolgere un tema in classe: qualsiasi fosse l’argomento indicato, concludevo il tema con un componimento che mi balenava in testa ad hoc. Ero una bambina molto sensibile e introversa e nella poesia, a mezzo di immagini e metafore, trovavo la maniera di esprimere qualsiasi mio stato d’animo. Nei versi non incontravo le barriere e i limiti che invece sentivo esistere nei rapporti con le persone. Poi, col passare degli anni, purtroppo, le vicende della vita mi hanno portata a tuffarmi a capofitto nello studio e nel lavoro, finendo col tralasciare tutto quello che rientrava nella mia dimensione artistica, tra cui poesia, canto e pittura. Passioni che ho ripreso solo di recente, cambiando radicalmente vita.


Quali sensazioni hai provato mentre componevi questo libro?

Ho rivissuto tutte le sensazioni che ho provato passo per passo in ogni fase della mia vita sino ad oggi. Ho provato alti e bassi: dall’innamoramento alla rabbia, dalla nostalgia alla delusione, dall’ebbrezza al rimorso, dalla paura alla speranza, dall’entusiasmo alla tristezza, e così via. Il compimento di questo percorso è stato per me una vera catarsi. Alla fine, mi sono sentita rinascere.

Come ci si organizza per scrivere un libro di poesie?

Ci sono diverse opinioni al riguardo. C’è chi sostiene si debba sedersi alla scrivania e scrivere sistematicamente, imponendoselo come “compito fisso”. Io spesso vado controcorrente. Seguo la mia ispirazione. La poesia per me nasce dalla necessità impellente di esprimere quello che sento o i pensieri che bussano alla mia mente in un preciso momento, e di farlo nella maniera più autentica. E questa necessità non viene “a comando”. Detto ciò, quando le poesie nascono come delle istantanee per catturare sensazioni e pensieri fugaci, per organizzarle in una raccolta si dovrà pur pensare a un filo conduttore. Si metteranno insieme, quindi, quei componimenti che nel complesso creino una certa armonia di pensieri e immagini, un flusso organico, adatto ad accompagnare il lettore da inizio a fine libro. In questa cernita, alcune poesie rimarranno fuori e magari si uniranno ad altre future. Altre ancora potranno rimanere nel cassetto per anni, o per sempre, custodite gelosamente.


Ti piacerebbe scrivere anche un romanzo o dei racconti o solo poesie?

Il mio amore originario rimane la poesia. Ma non nego il fatto di aver più volte pensato di scrivere in prosa…mi piacerebbe! A dire il vero, l’ho anche già fatto, redigendo dei brevissimi racconti in tempi assai remoti, prima di cadere nel vortice dello studio-studio-studio e lavoro-lavoro-lavoro. Ma non ho mai pensato di pubblicarli. Voglio conservarli come ricordo personale tutto mio. Quindi, la domanda resta sospesa per il futuro e la risposta resta aperta.


Ci puoi raccontare, se c’è, un aneddoto sul tuo libro?

Ne racconto uno che fa un po’ sorridere. Ho tenuto le mie poesie segrete fino all’ultimo e, quando ho detto a mio marito che nel libro ce n’era anche una dedicata a lui, ne è andato molto orgoglioso, pensando a una classica poesia d’amore. Mi ha quindi chiesto almeno di rivelargliene il titolo. Al che, gli ho risposto: “Lo sbaglio”! – In effetti, si tratta della poesia più frivola e burlesca della raccolta, ma che, ciò nonostante, a buon intenditore comunica una riflessione seria.


Come ti descriveresti con tre aggettivi?

Esattamente come il libro che riflette la mia vita ad oggi: eclettica, intensa e autentica.


Quali sono le tue passioni e hobby?

Oltre alla lettura, adoro viaggiare (per me è sinonimo di vita), cantare (da adolescente ero in un coro polifonico; da qualche anno ho ripreso le lezioni e sono la vocalist dei Golberries, tribute band dei Cranberries) e praticare fitness (dopo un periodo di forte stress qualche anno fa, ho scoperto l’enorme potere terapeutico dello sport, che abbino a uno stilo di vita e una dieta sani – temi su cui mi tengo costantemente aggiornata). Infine, adoro fare lunghe passeggiate col mio amico inseparabile – il mio cane Asgard!


Infine una curiosità: qual è stato il tuo ultimo libro che hai comprato e/o letto?

Sono eclettica anche nella scelta dei libri. In quest’ultimo periodo mi sono data ad alcuni saggi, su materie disparate. Ora ne sto leggendo uno di archeologia misteriosa (The twelfth planet, Zecharia Sitchin) sulla teoria degli antichi astronauti, secondo la quale la civiltà umana si sarebbe sviluppata a seguito di un contatto con delle civiltà extraterrestri avvenuto all’epoca dei sumeri. È molto interessante, ma anche molto impegnativo. Se, però, alla domanda aggiungi l’inciso “che ti ha appassionato veramente”, ti rispondo: Confessioni di una maschera di Yukio Mishima! Mi ha profondamente colpito la generosità con cui l’autore condivide il suo mondo interiore con gli altri, la sua capacità di creare un rapporto così intimo col suo lettore. L’ho sentito per molti versi simile al mio libro preferito: La coscienza di Zeno. Insomma, avrai capito che la narrativa d’introspezione è la mia preferita.

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